Numeri positivi dalla terra del Gallo Nero: ad oggi il 2019 segna un aumento del 8% delle vendite, confermando lo stato di ottima salute della denominazione preannunciato a febbraio durante l’anteprima Chianti Classico Collection.
Clima di serenità e positiva partecipazione ieri all’Assemblea ordinaria dei soci del Consorzio Chianti Classico, in cui il Presidente Giovanni Manetti ha comunicato i dati alla base sociale.
Nei primi cinque mesi del 2019, confrontati con lo stesso periodo dell’anno precedente, si rileva un aumento dell’8% di bottiglie sul mercato, nelle tre tipologie di Chianti Classico. In particolare, la Gran Selezione segna un +19%, arrivando al 6% della produzione totale, guadagnando un punto percentuale sul 2018.
Nel 2019 infatti, anno in cui può essere immessa al commercio la vendemmia 2016, Trecentesimo Anniversario della zona di produzione, numerose aziende hanno introdotto nel proprio portfolio questa tipologia o hanno rilasciato sul mercato nuove etichette: ad oggi 136 aziende producono o hanno prodotto negli anni scorsi Gran Selezione, per un totale di 155 etichette.
Le tipologie premium Riserva e Gran Selezione sono un asset importante per la denominazione, in termini di volumi e di valore: nel 2018 hanno rappresentato, congiuntamente, il 37% della produzione e circa il 50% del fatturato.
IL PREZZO DELLO SFUSO
Manetti ha inoltre portato l’attenzione al prezzo del vino sfuso: da dicembre 2017 non si osservano fluttuazioni nel prezzo, confermandosi costante a una media di 300 euro a ettolitro. Obiettivo programmatico del Presidente è una “equa e stabile remunerazione per tutta la filiera”.
Un fattore indispensabile per la programmazione aziendale nel medio-lungo periodo ed elemento fondamentale in un processo di crescita del valore globale della denominazione. Dichiarato l’obiettivo di un posizionamento più alto del prodotto Chianti Classico in termini di valore: qualità, prezzo, visibilità.
Il quadro economico positivo è frutto di una ricerca di qualità che, secondo Manetti, “è un percorso tutt’altro che concluso”: “L’attenzione alla compatibilità della viticoltura con l’ecosistema della regione del Chianti Classico è una chiave per assicurare lunga vita a un territorio vocato”.
Territorio che sarà ulteriormente valorizzato dalle attività del Distretto Rurale del Chianti (costituitosi il 4 maggio scorso) e dalla candidatura Unesco del Paesaggio. Prosegue il lavoro dell’Osservatorio Economico, che ormai aggrega i dati di oltre 50% della produzione, per delineare un ritratto del Chianti Classico e dei suoi mercati di interesse.
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